Credito d’imposta per l’acquisto di materiali riciclati

La sostenibilità ambientale conviene alle imprese. Lo dimostra, ancora, la Legge di Bilancio che conferma per il prossimo biennio il credito d’imposta al 36%. Vediamo di cosa si tratta e soprattutto quale trend dimostra e rafforza il rinnovo di questo tax credit.

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Vantaggi e supporto alla sostenibilità d’impresa

di Marta Livia Galli

Continuiamo il nostro percorso nella presentazione dei vantaggi della sostenibilità in ambito imprenditoriale. Avevamo già accennato a questo nell’articolo “I vantaggi della sostenibilità per le PMI” ma questa volta ci concentriamo in particolare sull’ambito ambientale con una novità contenuta nella Legge di Bilancio 2023.

La legge 197 del 29 dicembre 2022, infatti, riporta ai commi 685-690 un “premio” per le imprese che scelgono di acquistare imballaggi biodegradabili e prodotti derivanti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in materiale plastico anche per il biennio 2023-2024. Questo “premio” consiste in un credito d’imposta pari al 36% pari a €20.000 per azienda.

Obiettivo della misura

La volontà del Legislatore in questo caso è chiara: la promozione dell’economia circolare. Il mezzo utilizzato è chiaramente un incentivo a imprese e imprenditori a ridurre la quantità di scarti dall’impatto ambientale elevatissimo nell’ambito di processi produttivi complessi come quelli delle nostre aziende.

Non è la prima volta che il Legislatore italiano ricorre a questo tipo di incentivo: il credito d’imposta è stato, infatti, istituito nel 2018 per incrementare l’utilizzo degli scarti plastici non pericolosi derivanti dai processi produttivi. Il grande disegno è, dunque, quello di spingere al riutilizzo di scarti che diversamente verrebbero persi. Da allora, dal 2018, tale credito d’imposta è stato rinnovato negli anni, sottolineando l’importanza di tali temi per l’Italia e, in più, il vantaggio concreto di tale pratica.

Cosa rientra nel credito d’imposta

Sono principalmente tre gli obiettivi d’acquisto delle imprese che vogliono avvalersi un vero e proprio tax credit sulla plastica riciclata:

  1. prodotti realizzati con materiali derivanti dalla raccolta differenziata degli imballaggi formati da materiale plastico;
  2. imballaggi, primari e non primari, biodegradabili e compostabili secondo la norma UNI EN 13432:2002;
  3. prodotti derivanti dal riciclo di materiali come vetro, carta e alluminio

Rientrano nell’ambito dei prodotti considerati gli imballaggi di carta o cartone – purché privi di stampa a inchiostro e con parti di materiali non biodegradabili e compostabili – e gli imballaggi di legno non impregnanti.

Come già anticipato, il credito d’imposta è pari al 36% della spesa affrontata dall’azienda, con un importo massimo del credito utilizzabile nell’anno pari a €20.000 per azienda. Il limite complessivo di spesa finanziata della manovra è pari a €5 milioni, una somma atta a coprire, nelle intenzioni del Legislatore, l’intero biennio 2023-2024.

Come si ottiene il credito d’imposta del 36%

In merito alle modalità di fruizione, la Legge di Bilancio 2023 dispone la possibilità di utilizzare il credito maturato esclusivamente in compensazione mediante F24 da presentare in modalità telematica, a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui i prodotti oggetto del beneficio sono stati effettivamente acquistati. 

La somma così maturata non concorre alla formazione del reddito calcolato ai fini IRAP e dovrà essere inserito nella dichiarazione dei redditi dell’anno di imposta nel quale viene riconosciuto.

Questo è uno dei casi in cui offriamo i nostri servizi nell’ambito della Consulenza Fiscale d’Impresa e della Consulenza Strategica per supportare le aziende nell’elaborazione delle migliori strategie fiscali e di supporto all’impresa.

Il trend ESG-oriented del Legislatore italiano e i risultati ottenuti

Volendo ampliare il raggio di questo commento, è possibile individuare un trend da parte del Legislatore italiano nel campo della sostenibilità, in linea con quanto stanno facendo gli altri Paesi UE, sia come singoli che insieme, nonché della tendenza globale.

Il credito d’imposta in parola, infatti, previsto nella manovra già nel 2019, ha continuato a essere rinnovato in ragione dei risultati ottenuti. Nella relazione illustrativa al disegno di legge che ha dato vita alla Legge di Bilancio 2023, infatti, non solo gli obiettivi prefissati negli anni precedenti sono stati raggiunti, le domande pervenute sono pari a circa quattro volte le risorse destinate al provvedimento.

Ciò sottolinea due dati importanti: (i) l’Italia non ha ripensamenti – del resto, non potrebbe – rispetto alla strategia di lotta al cambiamento climatico e riduzione degli impatti ambientali degli imballaggi non biodegradabili e, ancor di più, (ii) come sempre le imprese si dimostrano reattive rispetto alle spinte ricevute da parte legislativa e gli imprenditori, i più lungimiranti, sono in grado di intravedere i vantaggi della sostenibilità e farli propri per essere sempre più al passo coi tempi.

Questa iniziativa di valorizzazione e recupero dei materiali derivanti dagli imballaggi in materiale plastico, quindi, dimostra la volontà di perseguire i 17 obiettivi di sostenibilità contenuti nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, creata con riferimento agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) tracciati dall’ONU nel 2015 e contenuti nell’Agenda 2030. 

Volendo andare ancor di più nel dettaglio, il credito d’imposta del 36% per l’acquisto di materiali riciclati è conforme a quanto disposto dall’Obiettivo n. 11, “città e comunità sostenibili”, nell’ottica di un miglioramento continuo della gestione dei rifiuti e del riciclo dei materiali più dannosi per l’ambiente.

Gli incentivi fiscali inseriti nella Legge di Bilancio 2023 rientrano nei numerosi strumenti a disposizione del Governo per garantire, da un lato, il raggiungimento degli obiettivi proposti dall’ONU e, dall’altra, la promozione di una mentalità diversa, orientata alla tutela dell’ambiente.

Come sempre, il lavoro da fare verso la sostenibilità non sono delle imprese ma dell’intero sistema Paese è duplice: da una parte le leggi dello Stato e dall’altra persone e imprese che seguono quelle leggi. L’obiettivo, oggi più che mai, è uguale per tutti noi.

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